Je ressors cette vieille lettre, in memoriam Antonio Tabucchi.
Lì 17/08/2007
Egregio Signor Tabucchi,
Di sicuro, lei non mi conosce e forse non mi conoscerà mai. Lei ha scritto parecchie lettere che ho capito essere indirizzate a me, mentre sapevo, con ragione, che non fosse il caso. E però, mi sono persuaso della loro realtà, in modo che avrei potuto rispondere.
Cio’ che faccio subito.
Lei ha parlato di notti scarse, d’incontri più o meno virtuali, di libri, di città, di donne, del Portogallo, e anche di dee e di mari (talvolta percorsi con una nave, talvolta no). C’è una grande differenza tra il mare che si vede dalla spiaggia, e che sembra invitarti, e il mare che si vede dalla piattaforma a picco su di lui.
Lei peraltro vive in una regione che non è quella più affacciata verso il mare. Pertanto ha trascorso questi spazi, via letteratura ovvero letture, e in un modo particolare, facendo della sua vita una permanente divaricazione.
Non so se mi faccio capire bene, nemmeno so esattamente cosa cerco con questa lettera.
Forse abbiamo tutti dentro di noi una specie di zona più tenera di tuffo in cui si calano a volte i nostri più segreti desideri accanto alle nostre più rosse paure. (Dico « rossa » perché questo genere di paura è mescolato spesso a : sangue, vino o amore — tango pure — e violenza criminale).
E questo spazio terribile che ci agisce, oggi me lo sento vivere, battere come il battito di un cuore nascosto, il cuore che non è esattamente quello della vita, ma quello del destino.
Non è la stessa cosa : viviamo sempre lungo il nostro destino, senza sapere cosa facciamo qui.
Non so io cosa faccio qui.
Cosa c’entra.
Me e il resto.
Io e il mondo.
Allora accetti questa lettera come omaggio, nel senso che è solo un modo per ringraziare il suo lavoro, e l’uomo triste che viaggia in questo lavoro.
Mi servono le vostre parole, come ad ogni frontiera, una volta, servivano i documenti. Un modo di provare — meglio, un modo di giustificare che sono in vita. Solo questo : essere corpo animo cervello secco forse ma anche vivo.
Accetti la mia lettera come un’avvertenza precisa : quello che fui sta cambiando.
Un saluto rispettoso, sempre vostro,
BV