In cui si dice che…
§ La spiegazone cui sono arrivato è questa : di tutti i cambiamenti di lingua che deve affrontare il viaggiatore in terre lontane, essono uguaglia quello che lo attente in mezzo a un dialogo. Il risultato è questo : più ne cresce l’altezza, più incombe il pericolo della frana.
§ Nessuno sa meglio di te […] che non si deve confondere la città col discorso che la descrive. Invece, non ha spessore, consiste solo in un dritto e in un rovescio, come un foglio di carta, con una figura di qua e una di là, che non possono staccarsi né guardarsi. Abbiamo dimostrato che se noi ci fossimo, non ci saremmo.
§ Da qua sopra, non si vede nulla ; c’è chi dice « È là sotto » e non resta che crederci ; i luogi sono deserti. Di notte, accostando l’orecchio al suolo, alle volte si sente una porta che sbatte. Sono le nostre palpebre che li separano, ma non si sa quale è dentro e quale è fuori. Eccoci qui, difatti.
Collage hasardeux de Le città invisibili d’Italo Calvino